Molti fattori contribuiscono ad influenzare “i calcoli ad occhio” delle distanze, come le capacità visive dell’osservatore, le condizioni atmosferiche o la posizione dell’oggetto osservato.
Inoltre, in generale, occorre considerare che diminuisce la distanza percepita quando:
- è una giornata tersa;
- il sole è alle spalle dell’osservatore;
- la luce è viva e batte sopra la testa;
- l’osservatore è più in basso rispetto all'oggetto osservato;
- tra l’osservatore e l’oggetto c’è un’area di mancata visuale;
- tra l’osservatore e l’oggetto c’è una zona con acqua o neve.
Al contrario, aumenta la distanza percepita quando:
- la luminosità è ridotta o c’è foschia;
- il sole è di fronte all'osservatore;
- l’oggetto è più piccolo rispetto a ciò che lo circonda;
- l’osservatore è sdraiato a terra;
- la posizione di osservazione è lungo una valle o una strada dritta;
- il terreno è accidentato.
Quindi, tenendo conto delle possibili variabili, si può ricordare che:
- a 2 km si vedono solo sagome di grandi dimensioni;
- a 600 m le cose appaiono più sfocate e le figure cuneiformi;
- a 150 m è possibile riconoscere una persona.